ANTONIO IURILLI, L’opera di Antonio Galateo nella tradizione manoscritta. Catalogo

18-07-90

Ribadita da un convegno promosso dalla Domus galateana, oltre che da autorevoli studiosi, l’esigenza di un censimento esaustivo sui materiali afferenti alla produzione del De Ferraris, condotto sulla base di un oculato esercizio critico-ermeneutico. Così nutrita la tradizione manoscritta intorno al De situ Iapygiae nel quarantennio compreso tra la morte dell’autore (1517) e l’apparizione della princeps a Basilea per i tipi di Pietro Perna (1558), da far supporre l’esistenza di un molto attivo scriptorium leccese. Più probabile e meglio suffragato il ruolo avuto dal Bonifacio, in fuga dal Salento religionis causa, nella diffusione di antigrafi galateiani in tutta Europa, fin nel cuore dei territori riformati. Un complesso reticolato di vicende storico-culturali viene rispecchiato dalla puntuale recensio effettuata in queste pagine, opportunamente corredate da significative riproduzioni di documenti.