GIOSUÈ CAPASSO, Le farse, il trionfo, il lamento, a cura di Milena Montanile

18-07-90

Vengono qui riproposti quattro testi del Capasso, autore in volgare della Napoli fra Quattro e Cinqucento. Scarne le notizie biografiche reperibili a suo riguardo; soltanto recente l’attenzione della critica nei confronti di una produzione non proprio omologa ai canoni della poetica coeva. La testimonianza del codice italiano 265 della Staatsbibliothek di Monaco, risalente al XVI secolo, ci ha tramandato, accanto alle due farse, esempio di poesia teatrale in rima al mezzo, inequivocabilmente legata alla tradizione locale, un componimento per il venerdì santo in ottantotto versi (incipit Ciascun si ferme alquanto) e un Trionfo in terzine, fortemente influenzato dall’archetipo petrarchesco.