PIETRO SISTO, Due medici, il principe di Taranto e la peste. I trattati di Nicolò di Ingegne e Saladino Ferro da Ascoli

18-07-86

Avvolta da un alone misterioso la scomparsa, ad Altamura nel 1463, di Giovanni Antonio del Balzo Orsini, principe di Taranto, esponente di spicco di quella aristocrazia feudale indocile alla politica centripeta degli Aragonesi, dedicatario di un significativo opuscolo di medicina. Si tratta del Librecto di pestilencia di Nicolò de Ingegne, consegnato al Ms. Ital. 455 della Biblioteca Nazionale di Parigi, tuttora inedito, dal quale ampi brani vengono qui proposti in appendice. Concepito in forma dialogica, il testo delinea il percorso diagnostico e quello terapeutico da adottare in caso di epidemia, ricorrendo a fonti classiche (Aristotele, Ippocrate Galeno) ed arabe (soprattutto Avicenna), ma attingendo anche al fonte dei moderni (Marsilio da Padova, Pietro d’Abano). La formazione dell’autore sembra rispecchiare l’impianto metodologico dell’università di Padova, senza per questo rinnegare del tutto gli insegnamenti della scuola salernitana. Analoga l’impostazione di Saladino Ferro da Ascoli, il cui Trattato della peste(1448) rivela più che significative affinità contenutistiche e strutturali con ilLibrecto.