RAFFAELE COLAPIETRA, 7 settembre 1495: morte eroica e trasfigurazione letteraria del marchese di Pescara
Il proditorio assassinio di Alfonso d’Avalos, avvenuto nottetempo nei pressi del monastero delle Clarisse di Santa Croce, fondato dalla regina Sancia, colpì nel profondo l’immaginario cittadino, e fu accolto presto nelle cronache come il tragico epilogo di un’intera epoca. La vicenda viene ripercorsa con l’ausilio di fonti letterarie e documentarie più o meno coeve. Rampollo di una famiglia di antica nobiltà, la cui fedeltà alla corona non sempre si era rivelata a tutta prova, si schiera risolutamente al fianco degli ultimi aragonesi negli sfortunati tentativi di arginare l’avanzata francese. Mentre molti dei suoi congiunti avevano già giurato obbedienza a Carlo VIII, strenuo appare il suo appoggio alla disperata resistenza di Ferrandino, venato certo di intransigenza e di ostinazione. Di qui le ragioni politico-militari del complotto per eliminarlo definitivamente dalla scena.