Tra filologia, paleografia e storia: nuove strade per le edizioni digitali di fonti antiche e medievali (PRIN 2022 RETI Convegno Internazionale, Napoli, 29–30.09.2025)

11-09-25

Tra filologia, paleografia e storia: nuove strade per le edizioni digitali di fonti antiche e medievali

Tra filologia, paleografia e storia: nuove direzioni per le edizioni digitali di fonti antiche e medievali

PRIN 2022 RETI
Convegno Internazionale, Napoli, 29 – 30 settembre 2025

 

Zoom, Lunedì 29                                         Zoom, Martedì 30

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Abstracts degli interventi

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MATTEO DI FRANCO
(Università degli Studi di Napoli Federico II)

Elio Aristide tra manoscritti, stampa e digitale: il caso del Panegirico a Cizico

La fortuna di Elio Aristide sembra aver pienamente soddisfatto le ambizioni del retore, che aspirava a divenire un modello per le generazioni future. La ricca tradizione manoscritta della sua opera, con oltre 250 esemplari (alcuni dei quali tramandano l’intero corpus superstite), ne è una testimonianza eloquente. Sebbene le edizioni degli opera omnia a stampa, a partire dall’editio princeps curata da Eufrosino Bonini nel 1517 (anticipata, però, dall’edizione aldina dell’Elogio di Roma e del Panatenaico del 1513), non siano numerose, la loro diffusione in Europa fu sorprendentemente precoce e capillare. In questo contesto di rinnovato interesse per la storia del testo aristideo, il progetto RETI si propone di inaugurare una nuova fase nella fruizione dei suoi discorsi con la prima edizione critica digitale del Panegirico a Cizico (or. 27 Keil).
L’intervento illustrerà gli approcci e le fasi di allestimento di questa edizione critica specificamente concepita per l’ambiente digitale (parallelamente a quello destinato alla stampa), a partire dall’impiego di strumenti digitali avanzati per la consultazione dei testimoni e dalle soluzioni di codifica XML-TEI adottate sia per il testo critico sia per l’apparato. Saranno presentati i risultati dell’indagine sulla tradizione manoscritta, la realizzazione di un apparato critico basato sulla metodologia dello stand-off markup e la sua visualizzazione finale attraverso il software Edition Visualization Technology versione 3 (EVT3).
Il Panegirico a Cizico, composto da Aristide in occasione della ricostruzione del tempio di Zeus nel 166 d.C., si presta particolarmente a testare le potenzialità di questa nuova versione del software. Il discorso è tramandato integralmente (salvo rari casi di acefalia) da un cospicuo numero di manoscritti, ben 60, una cifra significativa non solo nel panorama degli altri testi aristidei, ma soprattutto se confrontata con precedenti edizioni scientifiche realizzate in EVT, spesso basate su un unico testimone.
Con l’avvento delle edizioni scientifiche digitali, e in particolare con EVT3, è necessario superare la tradizionale concezione di “pagina” come unità fondamentale per l’organizzazione del lavoro editoriale e la fruizione del testo, a favore di un layout dinamico e adattabile. Ciò non implica una diversa natura concettuale delle ricerche che strutturano l’apparato e la constitutio textus rispetto alle edizioni tradizionali. Anzi, l’abbattimento dei limiti imposti dalla pagina, sia per il testo che per l’apparato, offre all’editore la possibilità di instaurare un dialogo più ampio ed esaustivo con il lettore.
La metodologia adottata colloca questo lavoro nell’ambito della filologia digitalizzata, secondo la definizione di Sahle (P. Sahle, «What Is a Scholarly Digital Edition?», in M.J. Driscoll, E. Pierazzo [a cura di], Digital Scholarly Editing, Cambridge 2016, pp. 19-39.). Non sono stati impiegati metodi informatici avanzati come l’intelligenza artificiale o l’Handwritten Text Recognition; la collazione non è stata demandata a software, nella convinzione che essa rappresenti un atto interpretativo cruciale per discernere tra errore e non-errore, tra variante formale e sostanziale, e per riconoscere i fenomeni di copia e correzione sedimentatisi nei testimoni. Un approccio automatizzato avrebbe inoltre richiesto la trascrizione integrale o estesa di tutti i testimoni, un’impresa resa impraticabile dal loro numero e dai tempi a disposizione. L’intervento descriverà il metodo specificamente elaborato per la raccolta delle varianti tramite fogli di calcolo. L’adattabilità della codifica XML-TEI e di EVT3 consente inoltre di combinare approcci metodologici consolidati con nuove forme di elaborazione dei risultati.
La logica gerarchica intrinseca alla codifica XML presenta una sfida significativa nella segmentazione del testo per la creazione di note nell’apparato critico, in particolare quando una o più parole sono coinvolte in differenti annotazioni. Per superare questi limiti nei casi di sovrapposizione (overlapping), è stato adottato il metodo dello stand-off markup, una strategia che permette di «ovviare al problema dello scavalcamento» (T. Mancinelli, E. Pierazzo, Che cos’è un’edizione scientifica digitale, Roma 2020, p. 67). Sebbene la teorizzazione di questo approccio non sia recente (Cfr., e.g., J. Cummings, «Converting Saint Paul: A new TEI P5 edition of The Conversion of Saint Paul using stand-off methodology», in Literary and Linguistic Computing, vol. 24, fasc. 3, settembre 2009, pp. 307-317; riferimenti sono già presenti in J. Cummings, «The Text Encoding Initiative and the Study of Literature», in S. Schreibman, R. Siemens [a cura di], A Companion to Digital Literary Studies, Oxford, pp. 463 e 471), mancava finora una sua applicazione pratica all’interno del software EVT. L’intervento presenterà quindi concretamente il metodo sviluppato e i risultati ottenuti.

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FEDERICA LAZZERINI
(Università degli Studi di Torino)

Investigatio e probatio: la strada verso una nuova edizione critica digitale per il Lucullo di Cicerone

Il titolo scelto per la mia relazione usa la terminologia filosofica ciceroniana per descrivere le diverse fasi del processo che ha condotto alla progettazione e allo sviluppo della mia (parziale) edizione critica digitale del Lucullo, il secondo dei due Academici libri (45 a.C.), in cui Cicerone fa dialogare esponenti di diverse correnti dell’Accademia platonica in un dibattito su alcuni temi centrali alla scuola. Benché l’opera conti già diverse edizioni tradizionali – tra cui una molto recente (Reinhardt, Oxford Classical Texts) e una di prossima uscita (Malaspina, Les Belles Lettres) – essa non era mai stata fatta oggetto di un progetto di edizione digitale. In effetti, tale obiettivo – la realizzazione di un’edizione critica digitale di un testo classico antico a testimoni multipli, tramite codifica in XML/TEI e dotata di un apparato critico a notazione complessa – non era mai stato raggiunto efficacemente in precedenti progetti di ricerca umanistica digitale. Né il metodo né gli strumenti necessari per ottenere tale risultato erano stati finora pienamente definiti. Il nostro gruppo di ricerca ha quindi dovuto aprire nuove strade, procedendo secondo il modello del progresso scientifico: sperimentando diversi strumenti, validandone l’efficacia e rinegoziando continuamente l’equilibrio tra gli obiettivi della ricerca e i limiti delle infrastrutture disponibili. Ricerca e validazione, investigatio e probatio: le tappe nel percorso verso la conoscenza secondo la testimonianza di Cicerone negli Academici libri. La mia relazione mira a dare conto di questo percorso e a illustrare la metodologia approntata.
Innanzitutto, presenterò lo status quaestionis sulla tradizione del Lucullo (trasmesso da 74 manoscritti, alcuni recanti gli interventi successivi di filologi autorevoli), evidenziando gli elementi che hanno posto esigenze specifiche per la mia edizione critica: la complessità dello stemma e la necessità di dare rilievo ad alcune mani intervenute nelle varie fasi di redazione di alcuni testimoni. Quindi fornirò informazioni essenziali sulle risorse predisposte dal linguaggio XML/TEI che si prestano alla realizzazione di edizioni critiche, evidenziando anche i limiti di questa sintassi e la difficoltà nel trovare un punto di incontro fra ciò per cui la TEI è stata progettata e le esigenze specifiche di un testo trasmesso da più testimoni. Dopo alcuni cenni al dibattito, ormai ultradecennale, sull’efficacia delle edizioni critiche digitali con XML/TEI, mostrerò come la metodologia adottata per questa edizione – in particolare la codifica dell’apparato critico in modalità stand-off, adattando una variante del metodo DEPA (double end-point attachment), insieme con le caratteristiche proprie dell’ultima versione del software di visualizzazione EVT (Edition Visualization Technology) – consenta di offrire una risposta positiva e risolutiva a tale dibattito.
Entrando poi nel dettaglio della metodologia adottata, darò conto delle scelte compiute per adattare il linguaggio e la sintassi XML/TEI alle esigenze di un’edizione critica di un testo antico a testimoni multipli: dalla codifica degli elementi nel <teiHeader> (manoscritti, edizioni collazionate, congetture di filologi, bibliografia) alla constitutio textus e all’apparato critico, inclusa la decisione di classificare le varianti testuali in base alla loro rilevanza stemmatica (tramite l’attributo @type) e alla probabile origine dell’errore (tramite @cause). Presenterò inoltre alcune osservazioni sui rapporti tra i testimoni del Lucullo che sono emerse con maggiore chiarezza proprio grazie a questa codifica.
Concluderò con una valutazione critica del nostro metodo, evidenziandone i risultati positivi e anche gli aspetti che hanno necessitato – e ancora necessitano – di revisioni e adeguamenti, nel quadro di una continua negoziazione – alternando fasi di investigatio e probatio – fra il versante filologico e quello informatico. Intendo così offrire una testimonianza di come la cooperazione fra questi due ambiti del sapere, benché a tratti difficile e impegnativa, possa funzionare e produrre risultati di grande valore.

Ragno_sfondo_trasparenteANNAMARIA PERSIA
(Università degli Studi di Pisa)

Edizione digitale della Cronaca Streghi, Lucca, Biblioteca Statale di Lucca, ms. 1661

Il progetto si propone di allestire un’edizione digitale di tipo interpretativo del ms. 1661 della Biblioteca Statale di Lucca. Questo codice, dotato di un ricco corredo iconografico, è databile all’ultimo quarto del XV secolo e tramanda Le cronache di Lucca di Alessandro Streghi, un lungo poema in ottava rima che, prendendo avvio dalle origini leggendarie di Lucca, giunge a narrare i più importanti avvenimenti della storia della città sino agli ultimi decenni del XV secolo.
L’autore fu un personaggio di rilievo nella vita economica e politica del suo tempo e descrisse dettagliatamente gli avvenimenti politici di cui fu diretto testimone, in particolare gli eventi bellici e il difficile quadro politico in cui la città venne a trovarsi nella prima metà del Quattrocento. Nel panorama della storiografia locale, la “Cronaca Streghi” rappresenta una testimonianza unica per il rilievo conferito ai personaggi principali della storia di Lucca, in particolare i condottieri Castruccio Castracani degli Antelminelli e Niccolò Piccinino.
Il manoscritto 1661 – il testimone più importante, completo e antico dell’opera di Streghi – per via della sua complessità codicologica e per il suo apparato illustrativo, costituisce un importante banco di prova per l’utilizzo del software EVT3. La confezione del codice è, infatti, il risultato della collaborazione irregolare e atipica di tre copisti principali e diversi illustratori, incluse da diversi livelli di competenza grafica e tecnico-artistica. Accanto all’edizione del testo, ci si occuperà pertanto della descrizione del corredo iconografico e della messa in evidenza del rapporto tra testo e immagine, sfruttando le potenzialità della visualizzazione digitale.
Le funzionalità di EVT3 trovano, infatti, un importante campo di applicazione nell’ideazione di soluzioni visive capaci di adattarsi alle peculiarità che contraddistinguono questo manoscritto. Inoltre, la marcatura in XML-TEI renderà interattiva la consultazione del codice, offrendo una visualizzazione in simultanea di tutti i riferimenti topografici, onomastici ed evenemenziali della cronaca. Saranno necessari l’adeguamento e la personalizzazione di EVT3 sulla base delle specifiche esigenze del codice, da considerare dal punto di vista codicologico, paleografico, testuale, storico, e, in ultima analisi, artistico. Le illustrazioni saranno dunque analizzate in tutti i loro aspetti, anche in relazione alle loro funzioni, in particolare nel raffronto con documenti iconografici esterni, quali, ad esempio, alcune immagini selezionate dal ms. BSL 2629, l’unico altro testimone illustrato della “Cronaca Streghi”.

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CHIARA BARBERO
(Università degli Studi del Molise)

L’edizione scientifica digitale di una corrispondenza diplomatica tardomedievale: il carteggio di Bartolomeo Bonatti e dei marchesi Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo (1461)

Con questo intervento si intende presentare il risultato del lavoro di ricerca condotto per la realizzazione di un’edizione scientifica digitale di un carteggio tardomedievale. Questa ricerca rappresenta uno dei filoni di indagine del più ampio progetto PRIN RETI (Rendering Text and Images), che si è posto come obiettivo la realizzazione delle edizioni scientifiche digitali di quattro diversi testi utilizzando e testando le capacità del software EVT nella sua più recente versione, EVT3, cercando allo stesso tempo di contribuire al suo sviluppo. 
Il lavoro a me affidato rappresenta un caso di studio particolare, un tentativo di edizione digitale di un nuovo tipo di fonte nella storia del software EVT, che ha posto domande interessanti, facendoci riflettere sulle opportunità offerte da questo genere di edizione e portando a interrogarci su alcune problematiche emerse.
Il corpus documentario scelto è costituito da un segmento della corrispondenza intercorsa tra i marchesi di Mantova, Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo, e il loro oratore a Roma Bartolomeo Bonatti, incaricato di condurre i negoziati che portarono alla nomina a cardinale del figlio dei marchesi, Francesco Gonzaga. In particolare, si è scelto di soffermarsi su un momento preciso di questi negoziati, ovvero sul tentativo di far arrivare in tempo a Roma lettere imperiali a sostegno di Francesco. Questa situazione portò ad uno scambio epistolare interessante tra Barbara e il Bonatti, tra il Bonatti e Ludovico e tra gli stessi Barbara e Ludovico, in un flusso di informazioni con più poli. Oltre ai tre interlocutori principali se ne aggiunsero, infatti, altri, come l’imperatrice Eleonora di Portogallo e Johannes Hinderbach, a cui Barbara di Brandeburgo si rivolse per ottenere il favore imperiale. Le missive selezionate sono in tutto venti, risalenti al periodo tra l’ottobre e il dicembre del 1461. Si tratta, dunque, di un corpus numericamente limitato, ma assai vario, costituito da lettere inviate da diversi personaggi, scritte in latino o in volgare, che comprende lettere in originale, minuti e lettere trascritte nei registri di copialettere, tutte conservate nel fondo Archivio Gonzaga presso l’Archivio di Stato di Mantova. Con il progetto RETI si è voluto provare a realizzare un’edizione digitale di questo tipo di fonte, in grado di valorizzare la sua peculiarità documentaria. Di queste lettere si proporrà la trascrizione sia diplomatica sia interpretativa, fornendo allo stesso tempo all’utente la riproduzione del documento originale e strumenti di ricerca e approfondimento utili e interattivi. Il discorso che si intende presentare descriverà il corpus documentario, proverà a delineare un quadro delle edizioni digitali di corrispondenza al momento esistente e descriverà le fasi del lavoro svolto, a partire dalla codifica delle lettere. Il software EVT3, infatti, consente di creare edizioni digitali da testi codificati secondo le norme dello standard XML/TEI, che offre numerosi elementi per la descrizione fisica dei documenti, per realizzare diversi livelli di trascrizione, per identificare gli elementi strutturali della corrispondenza e fornire al contemporaneo i relativi metadati. Verranno, quindi, indicati gli elementi scelti e selezionati per la marcatura delle lettere per riuscire a rendere conto delle loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche e descrivere il loro contesto.
Si presenteranno le possibilità offerte da EVT3 per valorizzare il racconto marcatura, offrendo strumenti di ricerca utili per navigare all’interno delle missive e possibilità di approfondimento storico su personaggi e luoghi citati, oltre che sugli aspetti fondamentali della corrispondenza.
Si tenterà di fare un bilancio del lavoro svolto, presentando i risultati ottenuti, le problematiche emerse, le sfide ancora da affrontare e le vie che si ritiene utile tentare di percorrere per la realizzazione di un’edizione digitale in grado di offrire al lettore/utente un’edizione di immediata e chiara lettura, dalla quale emerge al contemporaneo la ricchezza e la complessità del flusso di informazioni che caratterizza la corrispondenza diplomatica.

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FILOMENA BERNARDO (Università di Napoli “Federico II” – Universidad de Huelva ) – SABRINA IORIO (Fondazione Banco di Napoli) – ANDREA ZAPPULLI (Fondazione Banco di Napoli)

Dalla trascrizione all’edizione: prova di sinergia tra Transkribus e Classical Text Editor

Il contributo si pone l’obiettivo di illustrare un tentativo di sinergia tra due programmi, Transkribus e Classical Text Editor , nati con funzioni e scopi diversi, ma entrambi in grado di aiutare il filologo nella realizzazione di edizioni critiche.
Transkribus, dal 2018, si è proposto come un software particolarmente efficace per la trascrizione automatizzata di testo manoscritto. Lo sviluppo e la diffusione della tecnologia di Handscript Text Recognition ha visto nel progetto che trova nell’ateneo austriaco di Innsbruck il suo centro principale uno dei suoi protagonisti. Uscito dall’alveo del supporto di Horizon2020, Transkribus è stato portato avanti come servizio dalla Società Cooperativa Europea READ e vive un aggiornamento costante di tecnologia e infrastruttura.
Classical Text Editor, sviluppato da Stefan Hagel (Österreichische Akademie der Wissenschaften, https://homepage.univie.ac.at/stefan.hagel/ ) alla fine dello scorso millennio, come software di impaginazione per le edizioni critiche, oggi presenta degli automatismi che possono aiutare il filologo anche nella fase di preparazione dell’edizione critica e non solo in quella finale. Per questo tentativo sperimentale è stata adoperata la collazione automatica: dato un testo base, il software ha collazionato un testimone trascritto interamente da Transkribus.
Il tentativo ha rivelato che, in presenza di precise condizioni (testimoni il cui testo è ben leggibile, buone digitalizzazioni, modelli di Transkribus adatti alla grafia da leggere, ecc.) oggi è possibile agevolare notevolmente il filologo nella fase di recensio e nell’elaborazione dell’apparato critico.